Oggi vogliamo parlarvi del Vinsanto del Chianti D.O.C. dal nome “Dedicato alla gioia”. Questo vino dolce deriva da uve Colombana, Trebbiano e Malvasia cresciute sulle colline Toscane a 10 km da San Casciano in Val di Pesa e a 7 km da Montespertoli. Tutto il processo è artigianale infatti i grappoli vengono selezionati da mani esperte e appassiti su stuoie fino ad inizio gennaio, in seguito dopo un’ulteriore selezione, si procede ad una spremitura soffice e a conclusione vengono vinificati in carati di 50 o 100 lt per oltre 5 anni. La gradazione acolica è di 15,5 % vol.
A prima vista il vino dolce ha un colore giallo intenso con riflessi tendenti al verde. A livello olfattivo ha un odore molto intenso e profondo, con note aromatiche somiglianti a buccia di frutta matura. Il sapore è particolarmente accattivante, dolce ma con una vena acida molto forte.
Questo Vin Santo è un vino passito D.O.C. la cui realizzazione è consentita nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.
Storia
Sull’origine del nome Vin Santo ci sono diverse teorie. Una famosa versione delle terre senesi racconta di un frate francescano che nel 1348 medicava i malati di peste con un vino utilizzato dai confratelli per celebrare la messa. Fin da subito si diffuse la voce che tale vino sembrava avesse proprietà miracolose, per questo l’appellativo di Santo.
Un’altra leggenda, proveniente questa volta da Firenze racconta che, durante il Concilio di Firenze del 1439, il cardinale Giovanni Bessarione, mentre stava sorseggiando il vino dolce, esclamò: “Questo è il vino di Xantos!”, molto probabilmente riferendosi a un vino passito greco di Santorini. Le persone presenti al banchetto confusero la parola “Xantos” con “Santo”, credendo che egli giudicasse il vino talmente buono da poter esser definito appunto “santo”.
C’è un’altra versione, quella in realtà più verosimile, cioè l’associazione del nome di questo vino dolce con il suo utilizzo comune durante la celebrazione della santa messa. C’è chi sostiene anche che questo vino sia stato chiamato Vin Santo perché nei tempi passati le uve venivano fatte appassire fino alla Settimana Santa.
Produzione
Anticamente il Vin Santo veniva realizzato (scopri come si produce il vino, dai un’occhiata) raccogliendo i grappoli dall’aspetto migliore (tecnica chiamata vendemmia “per scelti”), in seguito venivano appassiti stendendoli su stuoie o attaccandoli a ganci. Finito il processo di appassimento le uve erano pigiate e il mosto veniva spostato in caratelli di legni e dimensioni variabili, dalle quali era appena stato tolto il Vin Santo delle vendemmie precedenti.
I caratelli poi, sigillati venivano trasferiti nella soffitta della villa dell’azienda dove si produceva la bevanda alcolica, o comunque in un sottotetto poiché si pensava che le forti escursioni termiche delle stagioni estate-inverno migliorassero la fermentazione. Si riteneva che tre anni di fermentazione o invecchiamento fossero abbastanza per la realizzazione di un Vin Santo di qualità, anche se c’erano dei produttori che lo invecchiavano (succede ancora oggi) per più di dieci anni.
Nel 2020 si utilizzano quasi esclusivamente contenitori in legno nuovo. Tanti produttori, aggiungono una piccolissima quantità di madre per ricreare la sensazione dei sentori.
Visto il pesante appassimento delle uve, i Vin Santi tradizionali acquisivano gradazioni alcoliche di parecchio superiori a quelle consentite dalla norma e quindi questo obbligava, in teoria, i produttori a richiedere numerose autorizzazioni per la sua realizzazione. Essendo però questo vino dolce, una produzione piuttosto marginale per le aziende, soprattutto in Toscana, spesso e volentieri queste autorizzazioni non venivano richieste, andandosi a creare una sorta di illegalità diffusa. Con il riconoscimento della D.O.C. anche la norma sulla gradazione alcolica del Vin Santo è stata regolata e rimodellata.
Tipologie & Abbinamenti
Come il vino del Chianti, anche il Vin Santo del Chianti può rappresentare sulla sua etichetta la sua sotto zona di provenienza tipo:
- CLASSICO;
- COLI ARETINI;
- COLLI SENESI;
- COLLINE PISANE;
- MONTALBANO;
- MONTERSPERTOLI;
- RÙFINA.
Le caratteristiche principali sono simili fra loro, tranne che per il Vin Santo del Chianti Classico che ha alcune leggerissime differenze. In aggiunta esistono altre due specificazioni distintive cioè il Vin Santo Occhio di Pernice e Riserva. La prima comporta l’utilizzo di uve a bacca rossa mentre la seconda implica un maggiore invecchiamento.
Il Vin Santo va degustato in bicchieri da vino passito di piccole dimensioni, se è possibile ad una temperatura che va dagli 8° ai 12° gradi.
Solitamente, in Toscana, il Vin Santo è accompagnato con dei biscotti secchi chiamati Cantucci. Questi biscotti vengono inzuppati nel vino dolce per ammorbidirli e ne intensificano il sapore. Mentre in Umbria il Vin Santo si può associare: alle fave dei morti, dei biscotti di pasta di mandorle tradizionalmente consumati durante il periodo della commemorazione dei defunti, alla cosiddetta ciaramicola, un dolce tipico della fase pasquale, e al ciambellone tradizionale.
Fuori dagli schemi ma interessante è la possibilità di bere il Vin Santo anche come aperitivo, abbinandolo a formaggi erborinati come il gorgonzola dolce, oppure come ad esempio il Blu al Ramandolo (che potrete scoprire qui), un formaggio erborinato dalla stagionatura di due mesi e poi affinato in botti coperte da vinacce di Ramandolo, un vino passito dolce prodotto solo e soltanto da uve Verduzzo Friulano. Questo formaggio ha un colore tendente al blu, è composto da pasta morbida ed ha un sapore molto particolare, in quanto si trova a metà fra il piccante e il dolce.
Il Vin Santo del Chianti D.O.C. “Dedicato alla gioia”, che ti proponiamo è in conclusione un vino dolce, poliedrico, versatile, funzionale per più situazioni, sia per un fine pasto con un dolce che per un aperitivo con del formaggio. Potrai stupire i tuoi ospiti con un’eccellenza Toscana, o semplicemente goderti in solitaria tutto il gusto e il sapore di questa bevanda alcolica, in grado di trasmettere tramite il sapore tutta la passione e il lavoro che c’è dietro la sua produzione.
Dai un’occhiata a tutto il nostro shop, potrai trovare anche dei prodotti da accostare al Vin Santo del Chianti D.O.C., oppure, chiedi consiglio ad uno dei nostri assaggiatori, che saprà spiegarti tutto quello che devi sapere in maniera approfondita riguardo questo antichissimo vino dolce, e tutte le sue possibilità di abbinamento più interessanti!