Quanti di noi si sono limitati a mangiare, e venerare, la tanto amata pizza senza saperne l’origine?
Tutti dai, non mentire!
Bèh, c’è da dire che la storia della pizza risale al Neolitico quando una volta scoperta la pietra e la creazione del pane, si accorsero che con pochi elementi avrebbero potuto realizzare un piatto che valesse da pasto unico.
Origini
Come già anticipato la pizza risale almeno al Neolitico, quando dopo la scoperta del pane iniziarono a conferirgli particolari sapori per renderlo eccezionale.
Allo stesso tempo anche gli Egizi fecero una scoperta sensazionale, il lievito, grazie a questo poi la storia della pizza ha preso un altro verso in positivo divenendo pian piano quella per cui è conosciuta adesso, in tutto il mondo.
Vi è da dire però, a discapito dei Napoletani, che la prima pizza a “dischi” fu inventata nell’antica Roma dove i contadini attraverso l’impasto della farina con acqua, erbe e sale, inventarono la prima focaccia rotonda con cottura sul focolare a pietra. Con i Longobardi poi è stato coniato il vocabolo “bizzo-pizzo” che stava ad indicare il morso o “boccone” che poi durante gli anni a venire ha preso la metodologia di “pissas” e poi Pizza.
Perché Napoli?
Arriviamo a parlare di Napoli e della sua Pizza.
Nel 1535 la tradizionale schiacciata di farina di frumento iniziò ad essere arricchita, non solo con sale grosso e strutto ma anche con olio, formaggio e basilico. Dopodiché con l’arrivo del Pomodoro, bacca esotica importata dalle Americhe, il piatto prese il tradizionale aspetto e sapore dell’attuale pizza Margherita.
Quest’ultima prese il nome di Margherita per via della Regina Margherita di Savoia che nel 1889 venne ammaliata dal sapore di questo piatto che le dedicò il pizzaiolo Raffaele Esposito, come ricordanza del nuovo vessillo tricolore (bianco della mozzarella, rosso del pomodoro e verde del basilico).
Fino ai primi anni del Novecento la pizza e le pizzerie si specializzarono solo a Napoli, poi gradualmente iniziò a diffondersi il fenomeno in tutta Italia fino all’esportazione del prodotto all’estero con l’emigrazione del dopo guerra.
Innovazione
Come in ogni fenomeno, quando un prodotto viene diffuso piano piano in tutto il mondo, gradualmente si evolve e cambia prendendo coscienza della cultura del posto dove si trova.
Creatività e metodo sono le due principali caratteristiche che in cucina non devono mai mancare, pertanto i pizzaioli iniziarono ad abbellire ed arricchire la tanto rinomata pizza con gli elementi che disponevano come il pesce avanzato dalla paranza, sempre a Napoli, dando vita alla “Marinara” oppure la “Capricciosa” nata sempre da avanzi di cibo rimasti come i carciofini sott’olio, le olive, i funghi ed il prosciutto cotto.
Innovare unicamente il prodotto però non basta, per questo motivo vi è nato un intero concetto elaborato e piano di pubblicità attorno alla pizza per differenziarla rispetto ad altri prodotti.
La pizza oggi ha acquisito un’importanza tale da essere il piatto passe-partout di cui nessuno riesce a stare senza e con tale festeggia anche gli step più importanti della propria vita. Un compleanno, una serata tra amici, uno stato d’animo e/o un ostacolo superato.
Perché la pizza rappresenta ognuno di noi?
La pizza rappresenta l’intera Italia perché con le sue mille sfumature e condimenti, riesce a sposarsi perfettamente ai sapori che ognuno più preferisce.
Toscana, Campana, Laziale, Siciliana … questo prodotto riesce a prendere la provenienza di qualsiasi regione grazie agli ingredienti per i quali queste si contraddistinguono (ad esempio il pesto Ligure, salame di Brianza e così via)
La pizza inoltre è un piatto povero, per tale motivo chiunque può e riesce a gustarla. Operai, Direttori di banca, Sconosciuti o vip, la pizza riesce ad accomunare le persone ed a smussare le differenze di gerarchia.
Ma la ricetta?
La ricetta storica esiste, anche se poi ha appreso innumerevoli varianti e interpretazioni, quando si vuole preparare la vera pizza Napoletana vi è solo una ricetta da seguire.
Per l’impasto gli ingredienti per circa 3 pizze sono i seguenti:
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- 500 grammi di farina 00;
- 400 gr di acqua;
- 3 gr di lievito di birra fresco;
- 1 cucchiaio di olio extravergine;
- 11 gr di sale;
- ½ cucchiaino di zucchero.
Sciogliete metà lievito con due 2 cucchiai d’acqua per unirli a 400gr farina, poi aggiungete lo zucchero ed infine terminate tutta l’acqua rimasta. Mescolate e se l’impasto sarà molle e appiccicoso, avrete fatto bene il vostro lavoro!
Amalgamate tutti gli ingredienti, coprite l’impasto con una pellicola e lasciatelo lievitare dalle 6-8 ore fino a quando questo non avrà triplicato il suo volume.
A questo punto, terminate le ore di lievitazione, passate alla lavorazione.
Versate sul piano 100gr di farina avanzata, mescolatela con del lievito sciolto in poche gocce d’acqua e aggiungete l’impasto realizzato.
Amalgamate il tutto ed iniziate ad incordarlo a mano, sbattendolo più volte sul piano fino a dargli una forma senza aggiungere ulteriore farina. Solo quando non si attaccherà più al piano ed inizierà a compattarsi, aggiungete un cucchiaio di olio e sale.
Ripetete il lavoro per circa 10 minuti ed a fine di questi se non avrete modo di utilizzare subito l’impasto, ponetelo in frigo per un minimo di 8 ore ed un massimo di 3 giorni. Qualora invece, voleste utilizzarlo subito, dividete l’impasto a panetti di circa 250/300 grammi.
Aiutatevi con un filo di farina per arrotondarli e lasciateli lievitare per almeno 1 ora e dopo passate alla stesura della vostra pizza!